Il territorio

La torre di Chia: tracce di un passato aragonese

La torre che oggi viene identificata come torre di Chia (Domus De Maria, Cagliari, Sardegna) si erge su un promontorio che nell'antichità era l'acropoli di Bithia, città punico-fenicia del I millennio a.C.
Si raggiunge a piedi attraverso un sentiero di circa 20 metri ed è la testimonianza di un passato più recente che risale al XVI secolo, quando la Sardegna divenne terra di conquista spagnola.
La torre fu edificata nel 1570 per volontà del viceré spagnolo De Moncada, con l’obiettivo di difendere la foce del Rio di Chia, punto di approdo dei commerci e spesso nel mirino delle scorribande piratesche che in questa area del Mediterraneo durante i secoli del Rinascimento italiano erano molto numerose.

Quando venne costruita la torre di Chia fu attrezzata come una "torre de armas", cioè "armata", perché munita di cannoni sempre pronti a far fuoco e di feritoie di avvistamento dalle quali le guardie davano l'allarme. Ha una forma a tronco di cono ed è dotata di una scala interna che congiunge il piano rialzato con la sommità.
Ancora oggi gode di un buono stato di conservazione grazie ai restauri avvenuti in tempi piuttosto recenti.
Dall'alto della sua maestosità si può contemplare un meraviglioso panorama che regala ai forestieri una visione d'insieme del paesaggio da togliere il fiato.

I turisti in visita hanno la possibilità di godere delle bellezze naturali del territorio, della presenza dell'uomo tramite le architetture che raccontano la storia di queste terre e ammirare, allo stesso tempo, mostre temporanee allestite al suo interno e che fanno della torre di Chia, oltre che un punto di attrazione, un veicolo di cultura.

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